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Gli orfani “nel” PRI
Il Partito Repubblicano
è pieno di “orfani”. Non sono orfani del Partito, bensì orfani del
Parlamento, orfani dei Consigli Regionali e perfino dei Consigli Comunali.
È in corso nel Pri una “socialdemocratizzazione” dei repubblicani: il potere per
il gusto di gestirlo comunque e non l’idea, l’intenzione, l’impegno e la
fatica, che occorrono per cambiare ciò che non funziona.
La maggior parte di costoro sono gli orfani del Terzo Polo: coloro che, da
veri “polli”, furono ipnotizzati dalle magnetiche illusioni di quei
traguardi. Mentre i repubblicani sono spariti dalle
aule parlamentari e dai Consigli Regionali, qualcuno del famigerato Terzo
Polo è rimasto e ottiene ministeri e maree di posti di sottogoverno,
aspirando a “sogli” ben più alti.
I nostri orfani del Terzo Polo, che invitavano i leader di altri
partiti alla ricerca del “Partito che non c’è” , dichiarano di sentirsi anche
orfani del Pri. Ma il Pri,
con tutto il rispetto per la loro sofferenza , non è
ancora morto.
I nostri orfani del Terzo polo, ahimè, non hanno ancora metabolizzato il
lutto di quella infelice esperienza e si sono messi
alla ricerca di ragioni strumentali per giustificare quel loro gravissimo
errore politico.
I Pri è quindi attualmente
“abitato” anche da costoro che, sedicenti orfani, sono alla romantica ricerca
di “benefattori”.
Tali comportamenti, tout-court, non rivelano una amorosa cura di
accompagnamento all’eutanasia del Partito, bensì ad un parricidio.
Chiudiamo, perché crediamo attinenti, con le parole di Randolfo Pacciardi in una commemorazione di Carlo Sforza: “Alle
mie espressioni di coraggio egli rispondeva filosoficamente che a sessant’anni le avrebbe accolte, ma io ne ho ottanta egli
aggiungeva, e desidero che finisca al più presto questa commedia. Un
argomento solo lo infervorava come se dovesse vivere altri cento anni ed era
la creazione dell’Europa <> egli diceva”.
Operiamo perché il Pri continui ad esistere e non
per la conquista, effimera e miserevole, di un “posto”.
Parafrasando Ugo La Malfa: noi passiamo e il partito
continuerà.
Il Presidente del PRI
Roma, 25 novembre 2014
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